Perché non posso dirmi liberale

“Non fatevi tesori sulla terra, dove la tignola e la ruggine consumano, e dove i ladri scassinano e rubano, ma fatevi tesori in cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove i ladri non scassinano né rubano. Perché́ dov’è il tuo tesoro, lì sarà̀ anche il tuo cuore” (Matteo 6:19-21). Ogni volta che affronto un problema cerco di partire da elementi essenziali di riferimento, da pilastri di base, per la costruzione di un ragionamento che deve svilupparsi in una corretta concatenazione logica. Nelle azioni della vita ci sono due pilastri fondamentali alle quali il cattolico deve sempre tornare, due obiettivi basilari che devono guidare tutto il suo pensare e il suo operare: il primo è che tutto deve essere fatto per servire e amare il Dio Trinitario e il secondo è che tutto deve essere fatto, innanzitutto, per salvare la propria anima. Dunque, tutto ciò̀ che non è al servizio di Dio e non salva la propria anima non deve essere fatto e deve essere ostacolato. Questo implica che la base morale di riferimento di ogni cattolico non può̀ che essere la legge che Dio ha posto come fondamento della sua creazione, non è un accordo tra uomini e non è l’imposizione del più̀ potente, e in questa legge non è incluso l’uso indiscriminato dei beni terreni. L’uso dei beni terreni deve essere finalizzato a servire Dio e a salvare l’anima, ogni uso non finalizzato a questi scopi è un uso immorale. Come vedete partendo da una premessa logica chiara ed eseguendo un ragionamento logico adeguato non si può̀ che arrivare a delle conclusioni logiche di un certo tipo.
Ora lo stato ha, come scopo finale ultimo e più̀ importante, il bene dei propri cittadini, ma qual è il vero bene di cittadini? Capire cosa sia il bene per una persona presuppone una certa riflessione di ordine morale ed etico.
L’ordine etico/morale può̀ essere originato dai bisogni e dalla realtà̀ contingente, dagli equilibri politici, oppure può̀ avere un’origine trascendente. Una visione che pone la sua morale nelle situazioni contingenti, e/o la fa derivare dall’accordo sociale che si esprime in quel momento e in quel luogo nella società̀, di fatto, scarica il problema etico sulla coscienza soggettiva delle persone e questo fa sì che chi ha maggiore capacità di convincimento (come accade in democrazia), o ha maggiore potere politico o militare, alla fine impone a tutti la propria morale. Ma tale morale, basata su un elemento soggettivo (“ognuno ha il diritto di pensarla come vuole”) non ha più appoggi oggettivi di riferimento; il che vuol dire che, per esempio, Hitler, dal suo (e dei suoi seguaci) punto di vista soggettivo era perfettamente morale in quanto la sua moralità risiedeva nell’antisemitismo e nella grandezza della Germania, poco importa se era una visione terribile eticamente e fallimentare politicamente, come se poi visto. Dal “io ho diritto di pensare come voglio” si arriva anche al “io ho diritto/dovere di agire come penso”, chi non ammira la coerenza come valore? Va quindi notato che, giocoforza, partendo dal soggettivismo individuale e dall’accordo contingente si finisce sempre nel scivolare nell’immoralità̀. Molti sono esempi di regimi moderni, sia di destra che di sinistra, che finiscono con l’essere dittatoriali o, comunque, promulgare leggi immorali, tant’è che io considero che non vi sia reale differenza fra destra e sinistra e neppure tra capitalismo e anticapitalismo, perché́, in realtà̀ son tutti giochi di potere che riguardano il radicamento nell’immanente e nei beni terreni. Accumulano tutti dove tignola mangia. Questa riflessione ci porta, dunque, a considerare la morale come qualcosa che non può essere che fondata su un elemento trascendente e cioè̀ su Dio e sulla legge che Dio stesso ha posto. Ora la religione cattolica non è fondata su un profeta, non è fondata su un uomo, non è fondata su un grande filosofo, ma è fondata su Dio stesso sceso in terra, cioè̀ su ciò̀ che ha detto la seconda persona della Santissima Trinità̀ e dunque la sua etica è definita da Dio.
Abbiamo dunque un’ulteriore elemento del cattolicesimo e cioè̀ che la sua etica è l’Etica, cioè̀ l’etica corretta fondata su Dio stesso e non può̀ essere perciò̀ stesso cambiata.

Dunque, se lo stato ha come obiettivo il bene delle persone, questo non può̀ non includere il bene della la loro anima e quindi non può non includere gli aspetti legati alla vita spirituale e al rispetto dell’etica voluta da Dio stesso.
Da questo deriva che non può̀ esserci uno stato liberale per un cattolico, cioè̀ uno stato che definisce il pensiero libero di qualsiasi uomo come elemento discriminante per le scelte etiche. E non vi può̀ esser nessuno stato che può̀ vantare pari autorità̀ mistica con la Chiesa Cattolica Apostolica Romana, viceversa è indispensabile che l’autorità̀ della Chiesa sia sovra-ordinata a quella dello Stato perché́ vi sia un ordine etico corretto. Ovviamente nell’organizzazione pratica lo Stato questo deve essere indipendente e avere libertà di manovra sufficiente e non può̀ essere la chiesa dirgli come organizzare la propria struttura, il che implica che la democrazia potrebbe anche essere accettabile ma non necessariamente l’unico modo organizzativo possibile. La Democrazia in sé non garantisce infatti in alcun modo né la correttezza etica né una vera libertà delle persone né una vera solidarietà̀ è, infatti, un modo possibile per gestire il potere. Non possiamo dimenticare che Hitler fu eletto in modo libero e democratico, ma non possiamo altresì̀ dimenticare come oggi moltissime teorie immorali e assolutamente inaccettabili dal punto di vista umano e spirituale siano diffuse e finiscano con l’incidere sulle scelte degli stati (per fare un esempio in Italia paghiamo di tasca nostra l’assassinio di bambini, e questo sta portando all’autodistruzione del nostro paese). Va fatta poi un’ulteriore considerazione: nel dibattito si è sempre escluso l’aspetto spirituale coinvolto nella vita immanente. Perché́ il dibattito è sempre forzato dall’idea che si debba discutere solo sul piano deciso dalla presupposta neutralità̀ laica. Ora forse è venuto il momento di dire le cose come stanno, senza farsi trascinare nel falso terreno altrui. Dobbiamo renderci conto che, sul piano di realtà̀, coloro che non sono radicati in Cristo e che non hanno fede, e non conoscono gli aspetti mistici e spirituali (o forse qualcuno li conosce anche fin troppo bene), sono prede dell’azione ordinaria del demonio e quindi sono fortemente influenzati dal male che il demonio propone alle anime. Da ciò deriva che una visione atea o agnostica non è una visione che porta al bene delle persone e, anche per questo, finisce con il portare sempre a posizioni immorali (come ho dimostrato sul piano filosofico prima) perché́ lascia l’uomo preda della schiavitù̀ del peccato e del demonio. Vanno sempre tenute in mente le parole di san Paolo: “Rivestitevi dell’armatura di Dio, per poter resistere alle insidie del diavolo. La nostra battaglia, infatti, non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà̀, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti” (Ef. 6, 11-12). Capisco bene, certo, che sono riflessioni che non vanno di moda oggi e che possono lasciare perplessi, e tuttavia sono non di meno dati reali di realtà̀, dati effettivi di realtà̀, che non possono essere trascurati soprattutto se ci diciamo cattolici, infatti noi combattiamo contro principati e potestà̀, cioè̀ contro le forze del demonio, anche in un’azione concreta e politica e non dobbiamo mai dimenticare che la verità̀ non è qualcosa che è tale perché́ va di moda, ma lo è perché́ è vera e che noi dobbiamo essere luce. Questa riflessione porta ad aprire altri due temi, ulteriori addentellati, il primo riguarda il riflettere su quanto e su quale piano siamo autorizzati a dialogare sempre con tutti, e a che significato possa avere il termine “dialogo” quando questo vuol dire, o finisce col voler dire, mediare o edulcorare la verità̀ e cioè̀, di fatto, accettare il falso e mentire; può essere questo un corretto dialogo? Dialogo vero è cercare insieme la verità̀, ma i cattolici hanno la già̀ la verità̀, non hanno bisogno di cercarla altrove, in posizioni politiche o filosofie vane, quando è già stata detta da Cristo, possono solo scegliere se dirla oppure no. Dice infatti san Paolo: “8Badate che nessuno vi inganni con la sua filosofia e con vuoti raggiri ispirati alla tradizione umana, secondo gli elementi del mondo e non secondo Cristo” (Ef. 2,8). Il secondo tema si riferisce al chiederci se è necessario sempre trovare punti di accordo con tutti in nome del mantenere sempre la pace e l’accordo, vanno infatti ricordate le parole di Gesù̀: “in qualunque casa entriate, prima dite: «Pace a questa casa!». Se vi sarà̀ un figlio della pace, la vostra pace scenderà̀ su di lui, altrimenti ritornerà̀ su di voi” (lc. 10, 5-6), ma anche “Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione” (Lc 12,51). In altre parole, non possiamo andare d’accordo con chi rifiuta la pace che Cristo propone.

Malerba Daniele

Venezia, 12 Giugno 2024

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