Due articoli di Dino Gerardi per l’avvio di un partito di centro partendo dal Convivio
L’amico Dino Gerardi insieme a Gianfranco Trabuio, con il loro World Lab (https://worldlabnetwork.org/ ),da tempo perseguono la loro mission che consiste:” nel fornire, su base gratuita, supporto teorico e tecnico ai soggetti della società civile (associazioni di volontariato, sindacati, partiti politici) che condividono la sua Vision e che si impegnano nella realizzazione sperimentale-dimostrativa della Prassi standard, denominata Convivio (una Cooperativa di auto-produzione multi-attività, tuttora inedita, incentrata su beni e servizi di consumo famigliare di prima necessità)”. Gerardi ha redatto alcune indicazioni concrete che abbiamo il piacere di far conoscere agli amici di ALEF interessati a questo progetto metapolitico. Su tali indicazioni mi auguro si possa aprire un proficuo dibattito. Ospiteremo tutti gli interventi che potete inviare al mio indirizzo: ettore@bonalberti.com
Partito di “Centro”
Definizione
Un Partito politico di “Centro” sembra possa nascere solo in un ambito caratterizzato dal “bipolarismo”, vero o falso che sia.
Tuttavia, affinché un Partito possa essere considerato tale, non basta un suo non-allineamento con la posizione di una delle due parti, su un certo numero di temi, tra cui alcuni considerati importanti ma, di fatto, mai fondamentali.
Serve invece una “visione” economica, e conseguentemente sociale, strutturalmente e propriamente definibile centrista (ergo: un Partito di “Centro” può avere un ruolo determinante anche in Paesi, come l’Italia, dove vige, un finto “bipolarismo”: in realtà una squallida competizione fra opportunisti, e non certo statisti, che bramano seggi e strapuntini nelle pubbliche amministrazioni).
A tal fine occorre, ovviamente, focalizzare l’attenzione sulle due visioni socio-economiche estreme, dalle quali prendere la dovuta distanza a causa dei loro notori inconvenienti, i quali sovrastano di gran lunga i loro “ideologici” vantaggi.
Queste possono essere identificate attraverso il “dualismo”, sepolto vivo ma oggi riemerso, espresso dai Paradigmi economici fondamentali dell’Eteronomia (produzione di “valori di scambio”) e dell’Autonomia (produzione di “valori d’uso”).
Tipologie di sistemi
I sistemi, privi di Eteronomia, dove l’Autonomia prevale in modo esclusivo, cosa possibile solo quando questa è praticata dalle collettività pubbliche, sono oramai scomparsi.
I sistemi socio-economici attuali, dove l’Eteronomia è praticata, possono essere distinti fra:
- a) quelli nei quali questa è dominante (è il caso dell’Occidente) e tende a sostituire l’Autonomia ovunque possibile, cioè quella praticata sia dalle piccole collettività famigliari (quasi azzerata) che, attraverso continue privatizzazioni, da quelle pubbliche
- b) quelli in cui l’Eteronomia non è dominante, e perciò detti “in via di sviluppo”, dove l’Autonomia pubblica è limitataall’auto-produzione di servizi collettivi strettamente necessari, mentre quella privata è largamente praticata dalle piccole comunità famigliari.
E’ facile osservare che nei vari sistemi attuali (siano essi sviluppati o in via di sviluppo) l’Autonomia è praticata, seppur in proporzioni ben diverse, solamente da due tipologie di collettività estreme: quelle più grandi (pubbliche) e quelle più piccole (famigliari).
Cosicché se, da un lato, l’iniziativa privata propria all’ Eteronomia è preservata sia nei sistemi sviluppati che in quelli in via di sviluppo, il problema si pone al livello occupazionale.
In effetti nei sistemi sviluppati l’inattività involontaria (comprendente la disoccupazione… ma non solo!) è assai elevata così come la precarietà del lavoro, mentre nei sistemi in via di sviluppo la metà (essenzialmente femminile) della forza lavoro è segregata in casa (una sorta di “arresti domiciliari”).
A questo punto è facile intuire come debba configurarsi un sistema “centrista” in cui l’iniziativa privata continua ad avere un ruolo ma gli inconvenienti caratterizzanti il lavoro possano essere risolti, nei sistemi sviluppati, e mitigati nei sistemi in via di sviluppo.
Ciò può aver luogo diffondendo, in entrambii casi, una Autonomia esercitata da “collettività intermedie” (ecco il vero “centrismo”), in particolare da “inedite” cooperative auto-produttrici multi-attività.
Cosicché un Partito politico che intenda smarcarsi dagli altri, nei vari Paesi dove un pensiero unico è dominante, e voglia assumere una posizione genuinamente “centrista”, dovrà avere nel suo
programma una componente “metapolitica” (cioè applicabile con la normativa esistente) incentrata sulla diffusione delle inedite cooperative auto-produttrici menzionate, presso i propri aderenti e simpatizzanti.
Il che può aver luogo, con la realizzazione di un singolo prototipo probante (sempre fattibile in quanto programmato in tutte le sue componenti), quale che sia il consenso iniziale del Partito, fosse anche nullo.
Di fatto, già l’esplicitazione teorica della sua metapolitica, ha un ruolo essenziale in quanto serve per creare la compagine sociale del prototipo.
Tale prototipo potrà assumere un ruolo “pilota” in una fase di diffusione spontanea, tanto più generalizzata quanto più esso dimostrerà la sua utilità presso tutti gli stakeholder inclusa la collettività nazionale.
E sarà a seguito di una tale diffusione che il Partito promotore, percepito come genuinamente “centrista” dall’elettorato, sopratutto da quello dei “renitenti al voto”, potrà godere di un nuovo consenso che gli consentirà di portare avanti i punti, propriamente politici, del suo programma.
Si può notare, qui, una completa inversione logica in ambito elettorale: prima si crea utilità sociale e poi si chiede il consenso.
L’adozione di tale logica è un passaggio obbligato per coloro che intendono cambiare strutturalmente il sistema, i quali oggi, dopo ogni consultazione elettorale, si ritrovano tutti nel club degli “zero-virgola”.
In effetti solo cambiando la logica elettorale nel modo sopra indicato si potrà ambire a coniugare
la piena attività permanente con la libera iniziativa privata, per arrivare ad un sistema inedito ad oggi considerato irrealizzabile dagli economisti più in voga, inclusi i premi Nobel, un premio che, con riferimento all’Economia, andrebbe abolito non tanto in ragione della sua inutilità ma della sua pericolosità.
IPOTESI
Immaginiamo una Associazione, trasformabile in un nuovo Partito (coraggioso e quindi eterodosso…ciò che ci vuole per uscire dal “club degli zero-virgola”) il cui Programma prevede, al punto 1, l’eliminazione totale e permanente di ogni tipo di inattività involontaria, inclusa la disoccupazione.
Specificando che ciò può aver luogo, in una economia di mercato, (solo!) attraverso la diffusione di inedite cooperative auto-produttive multi-attività (standard, economicamente viabili e che non necessitano di innovazione né di “prodotto”, né di “processo produttivo”), denominate Convivi, le quali offrono ai soci
a) formazione-lavoro-reddito (ai soci lavoratori)
b) incremento del potere d’acquisto (ai soci acquirenti)
nella proporzione in cui partecipino alla cooperativa nelle modalità, intimamente connesse, a) e b).
Effetti mediatici
Se ne parlerà, sicuramente (il che è già un primo, immediato vantaggio), in modo variabile a seconda dei 3 casi sotto-elencati:
- Prima di ogni prototipo di Convivio
- In presenza di un prototipo (o nel corso della sua, per natura graduale, realizzazione)
- In fase di diffusione dei Convivi, in situazione di contiguità territoriale (macchia d’olio) o a distanza, nazionale o internazionale (macchia di leopardo)
Caso 1)
– Dal lato dei media:
in tal caso nel discorso mediatico dominerà lo scetticismo, quando non il sarcasmo e/o la derisione.
– Dal lato del Partito proponente:
invito a reagire, oggi, su punti specifici relativi alla documentazione scientifica esistente;
invito a reagire, domani, sulla base dei risultati del prototipo (realizzazione “pilota”) nonché
invito a considerare che la proposta, sperimentabile (!), va vista come l’offerta gratuita, alle persone di buona volontà, di una chiave per uscire dalla prigione nella quale gli economisti del mainstream più in voga, in primis i Premi Nobel, hanno condotto l’intera società civile.
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Caso 2)
– Dal lato dei media:
Siamo sicuri che altre realizzazioni saranno caratterizzate dagli stessi risultati del prototipo e che, quindi, i Convivi potranno diffondersi fino al raggiungimento dell’obiettivo dichiarato dal Partito?
– Dal lato del Partito:
Si, nella misura in cui altre persone di buona volontà, e che ci tengono alla propria dignità,
vorranno usare la chiave per uscire dalla prigione nella quale i Partiti attuali (tutti insieme minoritari), scientemente o incoscientemente, li trattengono.
Non si dimentichi che l’obiettivo del Partito consiste nello sradicamento dell’inattività involontaria (e non quella volontaria, incoraggiata la “redditi di cittadinanza “).
Caso 3)
– Dal lato dei media:
Ci sarà sempre qualche organo dell’ex-mainstream che avrà qualcosa da ridire.
Per fortuna: darà così l’occasione per controbattere e mettere in luce gli aspetti socio-ambientali positivi del nuovo nascente ordine, la vera “terza via” denominata Civismo.
– Dal lato del Partito
Sarà impegnato nel descrivere i punti propriamente Politici che il verosimile potenziale consenso, (ottenuto essenzialmente intercettando l’attuale non-voto, ma non solo, grazie alla sua “metapolitica”, così definibile in quanto attuabile con la normativa esistente) finalmente consentirà.