Sui Convegni di Milano e Orvieto
di Hubert Corsi
Ospitiamo l’intervento dell’On Hubert Corsi sui recenti convegni delle correnti del PD, augurandoci che altri amici vorranno intervenire in questo dialogo tra DC Popolari quanto mai utile per il progetto di ricomposizione politica dell’area cattolico democratica, liberale e cristiano sociale.
Mi piace che si ricominci a discutere, a elaborare, ma se tutto avviene come area del PD ho l’impressione che venga a mancare l’idea-forza, l’obiettivo coinvolgente e persuasivo capace di attrarre i delusi dell’attuale sistema che sono maggioranza nel Paese. Non vorrei che Ruffini facesse la fine di quel Fabrizio Barca che l’allora nomenKlatura Ds aveva indicato come lo Statista che avrebbe interpretato i tempi nuovi, il nuovo che avanzava. Dopo un paio di uscite con gran clamore di trombe e di tamburi e una fugace apparizione come Ministro nel Governo Monti la promessa dello Statista che tutto il mondo ci avrebbe invidiato andò dispersa. I numerosi estimatori della prima ora nemmeno avviarono le ricerche.
Auguro a Ruffini di poter superare rapidamente l’handicap di essere stato indicato da un caminetto, un vertice a rischio di emarginazione da parte della guida post grillina dell’attuale PD. Offrire al popolo dei delusi come obiettivo la maggioranza Ursula non appare molto motivante anche perché la maggior parte non sa cosa significhi. Né appare decisiva la chiamata alle armi contro la deriva autoritaria dell’attuale destra-destra perché sembra come una rivisitazione nominalistica di quell’ antiberlusconismo vuoto di proposte alternative che ci ha portato all’attuale situazione. Altra cosa sarebbe rivolgersi al popolo dei delusi chiedendo di lottare per riappropriarsi del diritto di partecipazione e di scelta politica della classe dirigente attraverso una legge elettorale proporzionale con ripristino delle preferenze come bilanciamento dello strapotere dei segretari politici degli attuali partiti personali. Ricordando nella ricorrenza del 18 gennaio, data del messaggio “AI liberi e forti” la strenua lotta di Don Sturzo a favore del proporzionale e contro la legge maggioritaria Acerbo che fu la chiave utilizzata da Mussolini per esautorare il Parlamento e instaurare con le leggi eccezionali il regime fascista. Ironia della sorte la legge Acerbo era in qualche modo più garantista delle leggi elettorali pensate dagli strateghi della seconda repubblica
per riprodursi in un Parlamento sempre meno centrale nella vita del Paese.
Roma, 21 Gennaio 2025